N. 2 (2021)
Studi

Per la pittura a Pistoia al principio del Trecento. Sul Maestro del 1310 e la sua bottega

Raffaele Marrone
Scuola Normale Superiore di Pisa Classe di Lettere Corso di perfezionamento in Storia dell’Arte

Pubblicato 2024-04-22

Parole chiave

  • Pistoia,
  • Pittura tardomedievale,
  • Maestro del 1310,
  • Maestro del 1336,
  • Maestro di Popiglio

Come citare

Marrone, R. (2024). Per la pittura a Pistoia al principio del Trecento. Sul Maestro del 1310 e la sua bottega. La Diana, (2), 9–33. Recuperato da https://riviste.fupress.net/index.php/diana/article/view/2580

Abstract

Seguendo la traccia aperta dal contributo, pubblicato su questa stessa rivista, dedicato al problema dell’autore delle Storie della Passione di San Giovanni Fuorcivitas a Pistoia, il saggio discute una nuova proposta relativa all’identità anagrafica del principale pittore pistoiese della prima metà del Trecento, il cosiddetto Maestro del 1310: riconsiderata l’idea di riconoscere in Lazzerino Castelli il responsabile del ciclo passionistico, si suggerisce ora, in via indiziaria, di associare proprio al Maestro del 1310 il profilo storico di questo artista, che – lo s’intende dalla documentazione – fu alla testa di un’importante ‘officina’ artistica familiare. Proprio una simile posizione di influente capobottega si attaglierebbe alla perfezione al Maestro del 1310, il quale – come qui si tenta di dimostrare – esercitò un ascendente fortissimo sulla scena pittorica cittadina, con un riverbero fino agli anni estremi del XIV secolo, specialmente sulle personalità anonime convenzionalmente designate con i nomi critici di Maestro del 1336 e Maestro di Popiglio (per i quali viene indicato un possibile riconoscimento anagrafico in due dei quattro figli di Lazzerino rammentati dalle fonti, Tommaso e Iacopo).